03.12.2013
Niguarda Trauma Team: da un grande studio su gravi incidenti motociclistici preziose indicazioni per la sicurezza
FONTE
http://www.ospedaleniguarda.it/content/primopiano/Niguarda-Trauma-Team-da-un-grande-studio-su-gravi-incidenti-motociclistici-preziose-indicazioni-per-la-sicurezza.html
La passione per la moto richiede grande attenzione soprattutto per chi è più avanti con l’età. E’ questo uno dei dati più significativi che emerge dall’analisi effettuata dal nostro Trauma Team in collaborazione con Dainese, azienda leader nel settore dell’abbigliamento e dell’equipaggiamento per i motociclisti.
Gli specialisti del Niguarda hanno messo sotto la lente 928 incidenti motociclistici, la più ampia casistica mai presa in esame in Italia, tutti seguiti nell’ospedale milanese nell’arco di 8 anni.
Quello che emerge è che l’incidente su 2 ruote è l’eventualità più frequente, rappresentando circa il 30% delle richieste di intervento presso il Trauma Team.
Gli orari di maggior afflusso in ospedale per questo tipo di sinistro seguono i ritmi della città: sono, infatti, le ore di punta dei giorni lavorativi, nella fascia che va dalla 8 alle 10 del mattino e dalle 18 alle 20 di sera, quelle in cui si concentrano i soccorsi per questi incidenti che, negli oltre 900 casi seguiti, hanno interessato per il 9,9% ragazzi minorenni, per oltre l’83% giovani adulti, tra i 18 e i 54 anni, e per circa il 6% persone over 54.
In particolare i centauri più a rischio sono risultati essere questi ultimi. “Il 4,4% dei casi incorsi in un incidente mortale era più piccolo di 18 anni, il 6,5% aveva tra 18 e i 54 anni, mentre il 15,5% aveva più di 54 anni di età, un dato che denota una fatalità più che raddoppiata per i motociclisti più anziani- spiega Osvaldo Chiara, Direttore del Trauma Team- ”. Lo studio si è soffermato anche sui tipi di lesione maggiormente riscontrati. “La testa, nonostante la protezione del casco, ha riportato traumi nel 27% dei casi- sottolinea Chiara-. Ma è il torace la zona più esposta: le lesioni in quest’area hanno riguardato il 30% dei motociclisti con un rischio relativo, che si conferma più elevato per gli ultra-cinquantaquattrenni”.
Per mettere al sicuro questa parte del corpo, insieme alla zona addominale superiore, è stato pensato un giubbotto airbag, pronto a gonfiarsi in caso di collisione per limitare i danni. Una tecnologia brevettata da Dainese per il mondo delle corse professionistiche e che ha ricevuto la validazione scientifica del Trauma Team di Niguarda per l’utilizzo su strada. “Questo tipo di dispositivo è in grado di assorbire fino all’80% di energia dell’urto- continua Chiara-,incrementando la sicurezza di quelle parti che il nostro studio ha indicato come più sensibili, tra queste il torace e la zona addominale, dove organi come fegato, milza e reni spesso riportano gravi conseguenze”.
La collaborazione tra il Trauma Team e Dainese continua. “Attualmente stiamo portando avanti la seconda fase dello studio, sui casi che quotidianamente arrivano nel nostro centro- dice Chiara-”. Gli incidenti che coinvolgono i motociclisti vengono analizzati con sofisticate tecniche di rilevazione biomeccanica. Grazie alla collaborazione tra le autorità, i primi soccorritori e i medici, la scena dell’incidente viene ricostruita rielaborandone la dinamica. “Andiamo, così, ad analizzare contro quale ostacolo e in che punto ha impattato il motociclista, con quale traiettoria e se ci sono stati scontri secondari contro altre strutture- continua Chiara-. Per il momento sono stati presi in esame 213 casi, e da una prima analisi emerge che la maggior parte è stata coinvolta in uno scontro con un altro veicolo (138); spesso le situazioni più pericolose per un motociclista sono quelle in cui un’automobile effettua un cambio di direzione repentino, come può succedere in un incrocio a raso con svolta a sinistra oppure per un’immissione nel traffico.”
Anche in questa seconda fase dello studio viene confermato il dato sulle lesioni alla testa e al torace che sono le più frequenti. Sono invece meno del 5% quelle che interessano la colonna vertebrale.
Buono l’indice di utilizzo del casco: solo 6 motociclisti su gli oltre 200 analizzati ne erano sprovvisti, mentre in 83 casi (il 39%) la persona coinvolta nell’incidente non indossava alcun indumento specifico per la protezione del corpo.