Anni fa lavorando all'adeguamento di un impianto elettrico di
un hangar mi fu posto di risolvere un problema di elettricità statica.
Il problema è quello di eliminare il rischio della scarica
involontaria della "carica elettrostatica" in un punto qualsiasi.
L'aeromobile e/o l'autocisterna nei loro percorsi si possono caricare sulla superficie
di carica elettrostatica che rimane sulla massa metallica in quanto poggiano
poi su ruote isolanti dalla terra che è a potenziale zero.
L'obbiettivo quindi è quello di fare avvenire la scarica
verso terra in un luogo preciso e controllato e solo nel momento scelto. Tale
scarica controllata è necessaria oltre alla pericolosità diretta per l'uomo
anche per la presenza massiccia di carburanti altamente infiammabili
Per diverso tempo e anche oggi, c'è l'omino con le pinze isolate che va a mettere
a terra la carcassa (massa) dell'aeromobile e/o cisterna con un "protocollo
di sicurezza". L'obbiettivo è quello di fare avvenire la scarica verso
terra lontano dall'aereo e solo dopo che la connessione sia avvenuta dalla
parte dell'aeromobile. Il protocollo era semplice prima si collega la pinza
sull'aeromobile e/o cisterna e solo dopo lontano dalla zona di rischio si
collega la pinza all'impianto di terra facendo scaricare ed
equipotenzializzanto la massa con la terra.
Il protocollo però sono soggetti alla attenzione dell'uomo
che spesso, per varie ragioni, dimentica, ha fretta, agisce per abitudine, è
stressato, disattenzione ecc.
La scienza della sicurezza in questo caso cerca sempre di
realizzare sistemi "intrinsecamente sicuri". Ora premesso che controllo l'imbecillità umana
nulla può neanche Dio, si cerca di scegliere soluzioni tecniche che riducano al
minimo gli errori e quindi il rischio residuo.
Fu pensato un dispositivo tecnico che chiudeva il circuito
verso terra solo dopo che era stata inserita la presa sull'aeromobile e/o
cisterna, per evitare che l'ominio potesse azionare prima il dispositivo di
chiusura, con un semplice consenso rinviato dalla presa che ha cortocircuitato
due poli posta sull'aeromobile. Un pulsante lontano dall'aeromobile in fine
chiude il contattore che fa scaricare verso terra e mette in equipotenzialità la
massa metallica. Un polo del contattore è utilizzato per la ritenuta in modo da
mantenere la messa a terra per tutto il tempo che la presa è inserita. Il
contattore di apre solo quando si stacca la spina che fa cadere la ritenuta. La
tensione di esercizio del contattore, poiché il consenso passa per l'aeromobile
è fatta con una tensione di sicurezza ossia 24V, cosi non ci sono problemi di
introdurre eventuali tensioni pericolose. Il cavo e la sua sezione, il contattore vanno chiaramente
dimensionati da un progettista ma certamente si consigliano sezioni generose
cosi anche per il contattore una capacità sostenuta in AC3.
Giuseppe Turrisi
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