mercoledì 4 marzo 2015

LA SICUREZZA E' DARE UN NOME ALLE COSE

LA SICUREZZA E' DARE UN NOME ALLE COSE

Premesso che siamo tutti addetti alla sicurezza, ancora oggi girano documenti con una approssimazione da rabbrividire. Gli specialisti che hanno il compito non tanto di fare sicurezza ma di consapevolizzare tutti a fare/essere sicurezza per se stessi e per gli altri, spesso continuano ad usare della terminologia forviante e che lascia la sicurezza in una fase teorica mentre dovrebbe essere calata nella realtà. L'uso delle parole è fondamentale in ogni comunicazione e sopratutto nella sicurezza che è prima di ogni cosa cultura. Il pensiero è azione. Ma andiamo al concreto cosa significa che la sicurezza è anche dare un nome alle cose. Mi ricordo che nel primo corso che feci sulla sicurezza c'era un docente Geom. Luigi Falsini il quale ci disse perentoriamente che certe parole in sicurezza non dovrebbero esistere tra cui.
- atti a garantire
- facenti funzioni
-opportuni
-adeguati
-appropriati
-idonei
- ecc
Cosa significa? Si tratta non certo di non utilizzarle in fase di progettazione teorica è ovvia ma quando poi la fase teorica diventa reale ossia la sicurezza diventa: protezione, processo, protocollo, struttura dispositivo, cartello ecc tutte quelle descrizioni teoriche devono diventare un qualche cosa di reale ed esistente. Per fare un esempio. Una "opportuna" protezione anti-caduta sul balcone deve diventare "ringhiera di ferro alta 1 metro con maglia reticolare massimo 10x10 ecc. Lo specialista della sicurezza è un esperto che aiuta ad individuare l'azione o l'oggetto concreto che deve tradurre l'idea di sicurezza in sicurezza reale.
Giuseppe Turrisi